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Per amore dell’ Acqua

10 Mag

Si continua a parlane poco, ma il problema dell’acqua cadrà su tutti noi, quei gentiluomini delle Multinazionali, tipo Nestlè stanno comprando l’acqua in tutte le parti del mondo, mettendo a repentaglio la vita dei paesi più poveri, in Africa l’acqua si vende a dei prezzi pari a quelli della benzina, alle popolazioni viene detto di prendere l’acqua dai pozzi, poi si può purificare con le apposite pastiglie, peccato, che le suddette pastiglie costino 2 dollari cada una, il risultato è che la popolazione si ammala di colera, e nello stesso tempo a pochi km di distanza la gente più ricca non si accorge di nulla, poi c’è il problema delle acque minerali, negli Stati Uniti, la Nestlè ha comprato i diritti dell’acqua dello stato del Michigan e ralativo lago, lo stato è andato in tribunale ma tutto è stato inutile, mi bolle il sangue quando vedo le fihette varie con l’acqua minerale nella borsetta, non sapendo che l’80% delle acque minerali e acqua di rubinetto, tutto per un finto status, come le scansie dei supermercati, con 10 tipi di shampoo, i capelli sono di tre tipi, secchi,grassi,normali, bona lè, se poi non riesci a diventare una velina cazzi tuoi, il nostro spreco verso l’acqua è disastroso, nelle Marche hanno deviato un fiume per rifornire L’ acqua Rocchetta, ed intanto la finta suora contina a dire di bere l’acqua perchè fà fare molta plin plin, ma và a cagare, vi consiglio di vedere un film documentario stupendo, For Love of Water una denucia spiegata molto bene su quello che stannofacendo nel mondo le multinazionali, per vedere alcune clip del film

Per firmare la petizione sull’articolo 31 dei Diritti Umani clicca Qui

Acqua Madre Matrigna

9 Apr

Gli anni in tasca

Rassegna internazionale della produzione cinematografica sul tema dell’acqua.
Edizione 2008 “Acqua Madre Matrigna”
8-11 Maggio 2008, “Star City Cinemas” Rastignano (Bologna)

Il duplice aspetto dell’acqua come madre, che dà la vita e come matrigna che distrugge, è uno dei focus delle pellicole selezionate. L’attenzione all’ambiente, all’ecologia, al consumo critico dell’acqua, viene catalizzata attraverso immagini in movimento sul grande schermo cinematografico: racconti scritti con la pellicola o altri supporti che, di volta in volta, celebrano l’oscura magnificenza delle acque degli abissi marini, la preziosa riserva liquida in luoghi desertici, la carica inquinante delle nubi contaminate, sanciscono la misura della follia umana, nel riscaldamento globale del pianeta, denunciano l’avvenuta trasformazione dell’acqua in oggetto di scambi commerciali; numerose declinazioni artistiche per celebrare, nella bellezza e nell’orrore, questo elemento naturale, indispensabile alla sopravvivenza umana, animale e vegetale.

La prima edizione del Festival, che gode del patrocinio morale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, si svolgerà dall’8 all’11 Maggio 2008 nel Comune di Pianoro (Bologna) e nel territorio della Comunità Montana Cinque Valli Bolognesi.
Direzione Artistica: Associazione Culturale “Gli Anni in Tasca”, Bologna.
In collaborazione con Cineteca Bologna, Associazione Culturale CaraCult, Rivista “FuoriVista”.
Nell’ambito del FinzFestival è indetto un concorso per il miglior cortometraggio legato al tema del festival: “Acqua Madre Matrigna”. Le opere dovranno essere presentate entro il 20 aprile 2008.

Eventi

Proiezioni mattutine per le scuole
Cinema Star City di Rastignano
INGRESSO LIBERO SU PRENOTAZIONE

Per informazioni e prenotazioni:
Catia Aliberti
Comune di Pianoro – Tel. 051 6528083
orari: giovedì 14.30-17.30 – venerdì e sabato 10.30-13.00 e 14.30-17.3
mail: infopoint@comune.pianoro.bo.it

Greenopoli grande iniziativa

2 Apr

Vi riporto a seguire il post di un amico con una utile iniziativa per l’ambiente, ringrazio Caramon per la dritta

Cari lettori, è con mio sommo piacere che oggi vi parlo di una iniziativa davvero speciale.
Forse il termine iniziativa non è sufficiente a descrivere ciò che ho da presentarvi, in quanto non è solo questo, ma è anche una filosofia di vita, un progetto, un modo di pensare e un modo di agire.
E tutto questo è stato condensato nella parola Greenopoli!

Vi domanderete: e di cosa si tratta?
Greenopoli, fondamentalmente, è un luogo dove si scambiano idee.
Nasce con l’intenzione di arricchire ognuno di noi attraverso uno strumento tanto bello quanto tremendo: IL LIBERO PENSIERO. Ma badate, non è il libero pensiero che molti di noi tendiamo a banalizzare o, peggio ancora, a confondere con la demagogia…ho visto tanti blog e tanti siti dove si confonde la libertà di parola con quest’ultima, vi posso assicurare che non è il caso di Greenopoli!

Le sue regole sono semplici: non bisogna trasmettere informazioni dall’alto verso il basso e non bisogna rimanere inerti a ciò che ascoltiamo, ma è opportuno sedersi tutti insieme vicino ad una “tavola rotonda” e iniziare a CONDIVIDERE le nostre conoscenze. E basta? No! Il bello è quello che viene dopo: discutere e confrontarsi (ordinatamente..).

L’ argomento principale di Greenopoli è l’ Ambiente, la Sostenibilità, il cosiddetto “Problema dei Rifiuti” (chiunque lo visiterà inizierà a guardare questo argomento da un’ottica diversa) e la Solidarietà, ma, in virtù di quanto detto, ognuno è libero di aprire una discussione su qualsiasi tema! Ciò che vige sovrano è soltanto il rispetto delle persone e delle opinioni altrui!

Prima ho parlato dell’estraneità di Greenopoli alla banalizzazione e alla demagogia.. e sì! Oltre al libero pensiero, è presente, infatti, la professionalità e la competenza dell’autore e dei suoi collaboratori.
Infatti l’ideatore e il curatore del progetto è il Prof. Ing. Giovanni De Feo, professore di Ingegneria Sanitaria Ambientale all’Università degli Studi di Salerno, nonchè esperto dei fenomeni di inquinamento e del trattamento dei rifiuti.
E’ affiancato nel suo lavoro dall’ Ing. Sabino De Gisi, impegnato nella progettazione e gestione di impianti di depurazione delle acque reflue, dall’ Ing. Carmela Malvano, impegnata nella progettazione dei sistemi di gestione e trattamento dei rifiuti solidi urbani e dal sociologo Alessandro Guarino, impegnato con le problematiche sociali dei portatori di handicap e con la loro integrazione. Insomma persone esperte.

Infatti, chi visiterà il sito, potrà notare articoli davvero interessanti (sia dal punto di vista tecnico che non) su temi a noi molto vicini in questi giorni, ad esempio, tra tanti, i Rifiuti e l’ Acqua.

Ovviamente non mancano nè l’ironia, nè il sorriso.

Penso di essermi dilungato anche troppo..e spero di avervi detto il meno possibile, perchè il bello sta nel partecipare!
Io ho deciso di seguire Greenopoli, mi trovo bene e ho anche la possibilità di imparare e scoprire nuove cose.
Spero, dunque, che anche voi partecipiate attivamente e che diate il vostro contributo.
Nel sito troverete anche l’indirizzo email per contatti, domande o quant’altro!

E se il progetto vi piace, vi siete affezionati o semplicemente siete in linea con tali idee, potreste inserire il link o il banner nel vostro blog o sito. Questo darà occasione anche agli altri di conoscere Greenopoli e di unirsi alla sua tavola rotonda!!!

Apertura Network Terrainagonia

11 Mar

Stò preparando un network per farvi partecipare attivamente

Visita Terra in Agonia

Eroi dei videogiochi contro gli agenti tossici

9 Gen

Roma, Italia — Greenpeace arruola tre eroi dei videogiochi per chiedere ai giganti dell’elettronica – Sony, Microsoft e Nintendo – di eliminare le sostanze pericolose dai loro prodotti. Master Chief, Mario e Kratos lotteranno alla conquista di un futuro libero da composti chimici tossici. Greenpeace invita i fan dei videogiochi a unirsi alla nuova sfida per consolle più verdi.

Il settore delle consolle è cresciuto del 15 per cento nel 2006, registrando una vendita di ben 62,7 milioni di unità con un fatturato annuo di 21 miliardi di euro. Nintendo, Sony e Microsoft dominano il mercato rispettivamente con quote di mercato del 42, 40 e 18 per cento. Anche se questi prodotti includono componenti comuni ai PC – ma con livelli più bassi di inquinanti – i produttori non hanno raggiunto alcun progresso riguardo alla riduzione del carico tossico dei loro prodotti.

Alcuni giorni fa Greenpeace ha lanciato sul web il video “Clash of the Consoles: Battle for the Future”. È un video indirizzato agli amanti dei videogiochi dove Master Chief di Microsoft, Mario di Nintendo e Kratos di Sony competono per il prezzo di una consolle più verde. Nel sito i fan possono comparare le rispettive console in merito a contenuto tossico, riciclaggio ed efficienza energetica, oltre che sostenere quella preferita per spingerla a diventare verde.

Questa iniziativa è parte della campagna di Greenpeace volta a spingere l’intero settore dell’elettronica ad andare oltre l’attuale legislazione ed eliminare le sostanze pericolose contenute nei propri prodotti. Grazie all’Ecoguida ai prodotti elettronici, produttori di cellulari e computer hanno già fatto passi avanti a riguardo.

In testa alla lista di Greenpeace ci sono i ritardanti di fiamma bromurati e la plastica in PVC, il cui impiego negli articoli di consumo può portare a un loro accumulo nell’ambiente e nei tessuti animali. I lavoratori impiegati negli impianti di produzione, o in quelli di riciclo, potrebbero essere i soggetti più a rischio.

In paesi come Cina e India i bambini sono impiegati presso i cantieri di demolizione per smantellare a mani nude prodotti elettronici usati nei paesi ricchi. E i fan delle consolle non devono permettere che persone della loro stessa età ma di altri paesi possano soffrire per il loro intrattenimento. Per vedere il video cliccare sul banner

greenpeace

5xmille

Scandali governativi

27 Nov

industrie

22/11/2007 – Il Governo italiano si prepara ad approvare l’ennesimo condono climatico, concedendo ai grandi impianti industriali permessi a inquinare oltre i limiti previsti dal Protocollo di Kyoto

Dal 1 gennaio 2008 partirà il secondo periodo dell’Emission Trading, il sistema europeo di scambio che regola le emissioni di gas serra di alcuni settori industriali, tra cui quello energetico. A poche settimane dall’avvio di questa seconda fase, l’Italia non ha ancora chiarito quale sia l’entità delle quote di emissioni che intende assegnare ai singoli impianti. Le associazioni ambientaliste Legambiente, Greenpeace e WWF, denunciano il pericolo che, sotto le pressioni dei grandi gruppi industriali, il Governo possa cadere in errore una seconda volta, concedendo sconti e incentivi alla produzione di energia elettrica da carbone.

Nel maggio 2007 la Commissione Europea aveva chiesto all’Italia di ridurre il proprio piano di allocazione di 13,2 milioni di tonnellate. A mesi di distanza, il Governo non ha ancora presentato un nuovo piano di allocazione per la seconda fase. Nel luglio Greenpeace, Legambiente e WWF, in una lettera inviata ai Ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, avevano proposto alcune soluzioni per recuperare le quote mancanti senza vanificare il principio fondamentale della direttiva “chi inquina paga”. In particolare le associazioni chiedevano di fare ricadere sul carbone, il combustibile maggiormente responsabile dell’effetto serra, i tagli richiesti dalla Commissione.

Oggi il Governo intende aggirare l’ostacolo: anziché penalizzare gli impianti più inquinanti, il taglio richiesto dalla Commissione verrà raggiunto cancellando le quote destinate agli impianti che entreranno in funzione dopo il 2008 (la cosiddetta “riserva”), quote che verranno acquistate in futuro attraverso soldi pubblici con un fondo apposito previsto dalla Legge Finanziaria.

Per le associazioni ambientaliste:

* 1) non è accettabile che si voglia penalizzare il Paese, in particolare le nuove centrali a gas naturali, per mantenere i privilegi della generazione a carbone e che le decisioni del Ministero dello Sviluppo Economico siano pilotate dagli interessi di ENEL a discapito dei consumatori e dei concorrenti del mercato elettrico che si stanno orientando su fonti energetiche più pulite
* 2) è inaccettabile che i cittadini paghino con risorse pubbliche, in Finanziaria, quello che la direttiva europea chiede siano le imprese a pagare. Se questo avviene è palese la violazione della normativa sugli aiuti di Stato.

Se si pensa di scaricare sulla collettività i costi della riserva perché si vuole perseverare ad incentivare il carbone, il ricorso da parte di Greenpeace, Legambiente e WWF in Commissione europea in merito alla violazione degli aiuti di Stato sarà un passo inevitabile.

wwf italia
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l’Europa vive al di sopra dei suoi limiti ecologici

23 Nov

nuclear

Se tutti vivessero come un europeo ci vorrebbero 2,6 pianeti

ROMA
«L’Europa vive al di sopra dei propri limiti». Lo ha sottolineato Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia nel corso di una conferenza internazionale organizzata oggi dal Wwf, Ocse e Club di Roma nella sede del Parlamento Europeo a Bruxelles. «Se tutti i cittadini del mondo vivessero come un europeo avremmo bisogno di 2,6 pianeti, per avere sufficienti risorse per tutti e poter smaltire i rifiuti prodotti». A leggere il Rapporto del Wwf «Europa 2007 – Prodotto Interno Lordo e Impronta Ecologica» diffuso oggi in occasione della conferenza, emerge, infatti, che in Europa sono pochi i paesi creditori ecologici e molti quelli debitori.

Il documento del Wwf ha valutato le performance dei singoli stati, tramite una sorta di contabilità ecologica, dove utilizza il Prodotto interno lordo (PIL) che misura la crescita di un paese, l’Impronta Ecologica che misura la pressione sull’ambiente e l’Indice di Sviluppo Umano, come variabili contabili per cui risulta che in Europa , negli ultimi 30 anni, dal 1971, i paesi del nord e del centro, con le economie in crescita, hanno raddoppiato la loro pressione sull’ambiente. Una pressione che crescendo ad un tasso superiore a quello della popolazione, sta creando un deficit di risorse naturali per il resto del mondo e per le future generazioni.

Secondo il Rapporto, solo Finlandia, Svezia e Lettonia sono creditori ecologici, avendo ancora a disposizione grandi riserve ambientali alle quali attingere, che sono però già sottoposte ad una crescente pressione. In Finlandia dove la pressione umana è cresciuta dal 1975 del 70%, è oggi più forte che in ogni altro paese membro. Più pesante la situazione in Germania, dove la pressione sull’ambiente è due volte e mezzo superiore a quello che consentirebbero le sue risorse naturali. Un cittadino tedesco ha un’impronta ecologica doppia rispetto alla media mondiale. Per quanto riguarda la Grecia e la Spagna, queste stanno attraversando una fase di crescita dei consumi, mentre la Francia segue il trend europeo ma grazie alle tecnologie riesce a aumentare la propria disponibilità di risorse naturali.

Nell’Europa orientale spicca l’Ungheria, dove l’«impronta ecologica sull’ambiente» dal 1991 è andata riducendosi dopo i cambiamenti avvenuti in seguito al crollo del regime sovietico. I cittadini sloveni, che nel 1995 praticavano una forma di sviluppo sostenibile, nel 2003 hanno raddoppiato la loro «impronta» pro-capite sull’ambiente, mentre lo sviluppo è cresciuto meno del 5%. Ed, infine, la Romania che è debitrice con la sua impronta ecologica più bassa rispetto agli altri 27 paesi membri.

Solo una generazione fa, ha ricordato Bologna, i paesi europei erano per la maggior parte «creditori» ecologici, in quanto utilizzavano meno risorse di quante la natura ne rigenerasse.

Fonte La Stampa 

http://www.wikio.it

Dolcezza in natura

20 Nov

E’ vero ogni tanto ci vuole qualcosa di bello e rilassante

 

io

 

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Fucili nel culo

20 Nov

fenicotteri

Moria di fenicotteri sul Po, avvelenati dal piombo dei cacciatori

Rovigo, 20 novembre 2007

Muoiono perché non distinguono i pallini di piombo dal plancton. La Forestale li sta raccogliendo a decine, in questi giorni, nelle acque della valle Pozzatini. I fenicotteri rosa del Po sanno filtrare dal fango, con il becco, alghe e molluschi, non i pallini dispersi dai cacciatori. Che una volta ingeriti, avvelenano.

Avvisati dai volontari del Wwf, gli agenti hanno cominciato a rastrellare l’intera zona a piedi e a bordo di una piccola imbarcazione trovando anche alcuni animali ancora vivi ma malati. “Le radiografie fatte su questi pazienti hanno evidenziato – spiega, al quotidiano ‘Corriere del Veneto’, il veterinario responsabile del centro che sta esaminando gli animali, Luciano Taricone – la presenza nel loro organismo di un altissimo numero di pallini di piombo. Posso quindi confermare che la causa del decesso è l’avvelenamento”.

Nella zona si caccia parecchio e gli animali quando si cibano ingeriscono anche i pallini dispersi in zona dai cacciatori. Le autopsie sulle prime due carcasse di animali rinvenute avrebbero accertato la presenza di oltre cinquanta pallini: “Sono tanti e siamo preoccupati – spiega il Comandante regionale della Forestale Alberto Colleselli – C’è un altissimo numero di pallini di piombo che si trova sui fondali dove i fenicotteri vanno alla ricerca di cibo”.

Nel 2003 con una petizione sottoscritta da 72.225 cittadini, e promossa dalla Lac e dal Coordinamento Protezionista Veneto (Enpa, Lav, Wwf, ecc.), avevano già chiesto il divieto dell’uso del piombo nelle cartucce da caccia. Il ministro Pecoraro Scanio con un recente decreto ha previsto il divieto di utilizzo dei pallini di piombo nelle zone umide a partire dall’annata venatoria 2008/2009.

Non sono un integralista, ma porca puttana nel 2007 abbiamo bisogno di andare ancora a caccia con il fucile a pallini, volete divertirvi, andate a caccia con l’arco, sempre con la speranza che un cinghiale non vi arrivi da dietro e vi metta a 90° gradi, anche perche grandi genni il resto del piombo, che, no se lo becca il fenicottero, lo troviamo nell’acqua e nelle piantagioni circostanti, allora suvvia, non facciamo i retrogradi quando pensiamo di essere il popolo del progresso.

io

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‘SUMMIT’ POPOLI INDIGENI A DIFESA MADRE TERRA

14 Ott

LA PAZ – Sulla scia della dichiarazione sui diritti degli indigeni firmata un mese fa dall’Onu, i rappresentanti di un migliaio di popoli indigeni hanno approvato oggi nella localita’ boliviana di Chimore’ un documento che punta alla difesa dell’ ambiente e delle risorse naturali della ”Terra madre”. In coincidenza con la commemorazione dei 515 anni dalla scoperta dell’America, ”L’incontro per la vittoria storia degli indigeni del mondo”, chiuso oggi a Chimore’, ha dato via libera a un testo che sottolinea, tra l’altro, l’importanza dell’ integrazione dei diversi movimenti indigeni del pianeta nella lotta per il diritto alla terra e alle risorse naturali. Ad alcuni degli eventi del ”vertice” hanno preso parte il presidente boliviano, Evo Morales – primo capo dello stato indigena del Paese andino -, e il premio Nobel per la Pace 1992, Rigoberta Menchu’, la quale ha tra l’altro ricordato che ”ancora oggi, ci sono Paesi che non accettano concetti quali ‘popoli indigeni’ oppure ‘il diritto all’autodeterminazione”’. Ieri si e’ per esempio svolta una cerimonia a Tiwanaku, culla di una cultura pre-incaica risalente a 3.000 anni fa, dove gli amauta (guide spirituali) hanno offerto omaggi alla Pachamama, la terra madre in lingua quechua. Tra i rappresentanti presenti, un delegato dei comanches statunitensi, che ha criticato il voto contrario espresso da Washington – cosi’ come hanno fatto Canada e Nuova Zelanda – alla Dichiarazione sui diritti degli indigeni approvata all’Onu lo scorso 13 settembre dopo vent’anni di dibattiti. ”Negli Usa – ha precisato il delegato – sono 550 le tribu’ che chiedono all’amministrazione Usa di riconoscere i diritti degli indigeni, circa il 3% della popolazione totale del Paese”. Fra i Paesi dell’America Latina dove la tematica delle popolazioni indigeni e’ all’ordine del giorno spiccano l’Ecuador e l’Argentina. La quechua ecuatoriana Miriam Masaquiza ha per esempio ricordato il caso degli indigeni Sarayaku del suo Paese, che si rifiutano di autorizzare l’ingresso nelle proprie terre delle compagnie petrolifere. In Argentina sono d’altra parte circa 400 i contenziosi aperti con le autorita’ locali e centrali sul diritto alle terre, conflitti relativi al destino di una superficie totale pari a 8,6 milioni di ettari: un’area equivalente a 428 volte l’estensione della citta’ di Buenos Aires, ricorda un’inchiesta pubblicata oggi dal quotidiano ‘Pagina 12′. ”Ormai da anni sono molti i territori aborigeni dove gli indigeni vengono allontanati per lasciare il posto ai nuovi prodotti agro-industriali, in primo luogo la soia, oppure allo sfruttamento delle risorse minerarie e degli idrocarburi, oppure alle nuove strutture per il turismo, per esempio campi di golf e hotel”, rileva il quotidiano. In Cile il Consiglio di tutte le terre ha d’altra parte celebrato la Dichiarazione Onu approvata a settembre, proclamando ”l’autogoverno dei mapuches”, al fine di riaffermare i diritti di questo popolo indigeno ”in tutte le sue espressioni, dalla politica alla cultura, dalle istituzioni alla magistratura”. Su tali questioni oggi ha preso posizione anche Amnesty International (Ai), che in una nota ha chiesto ai governi e le societa’ di tutto il mondo di ”proteggere e difendere i diritti fondamentali dei popoli indigeni di fronte a politiche discriminatorie, conflitti armati e megaprogetti economici”. (ANSA). RIG
12/10/2007 18:39

ansa

Zuven (giovani) quì bisogna darsi una mossa vedo un futuro molto buio, poi manca solo l’asteroide e siamo a posto.

io

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