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Appello Amnesty per la Birmania

11 Ott

Amnesty International alla Marcia Perugia-Assisi con lo striscione “Libertà per Myanmar”. Altre iniziative nel fine settimana. L’appello on line per la scarcerazione dei manifestanti supera le 45.000 firme

Prosegue la mobilitazione di Amnesty International sulla crisi dei diritti umani a Myanmar.

L’organizzazione continua a sollecitare il Consiglio di sicurezza a istituire un embargo totale sulle forniture di armi alla giunta militare e a inviare una propria missione a Myanmar, che chieda alle autorità la cessazione immediata della repressione, la scarcerazione di tutti i dimostranti pacifici arrestati nelle ultime settimane e il ripristino della libertà di manifestazione.

Amnesty International è fortemente preoccupata per la sorte delle persone arrestate, oltre un migliaio, e teme che possano essere sottoposte a torture in centri segreti di detenzione.

Centinaia di attivisti dell’associazione prenderanno parte alla marcia Perugia-Assisi di domenica 7 ottobre, dietro allo striscione “Libertà per Myanmar”. Altre iniziative sono in programma nel corso del fine settimana, tra cui la manifestazione di Palermo, sabato 6, a partire dalle 17 in piazza Verdi. Raccolte di firme sono state organizzate anche a Catania, Ferrara, Milano e Sassari.

L’appello on line di Amnesty International in favore dei manifestanti arrestati a Myanmar ha superato le 45.000 firme e può essere ancora sottoscritto.

FINE DEL COMUNICATO Roma, 4 ottobre 2007

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia – Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 – cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it

Mi raccomando bisogna battere il ferro finchè è caldo, firmate la petizione, prima che vada nel dimenticatoio.

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amnesty

Birmania Cremate le vittime della repressione

8 Ott

Le notizie ufficiali dalla Birmania parlano di numerosi raid governativi compiuti nei monasteri buddisti. Le stesse fonti governative sono stati sequestrati armi e munizioni (tra coltelli, pistole e pallottole) arrestando decine di persone.

Oggi all’Onu sarà un’altra giornata di trattative con la discussione della bozza di risoluzione preparata proprio da Washington, Londra e Parigi, dopo l’intervento dell’inviato Onu in Birmania, Ibrahim Gambari, che esprime una dura condanna della giunta militare birmana. L’obiettivo è strappare il consenso di Pechino, principale partner commerciale della Birmania.

Forni in azione
Secondo il britannico ‘Sunday Times’ che cita fonti locali il numero esatto delle vittime della repressione governativa non si saprà mai perché la giunta militare ha ordinato la cremazione dei corpi delle vittime.

Negli ultimi sette giorni l’esercito ha usato un forno crematorio in una remota città a nord-est di Rangoon isolandola dal resto del Paese. Le operazioni per far scomparire le tracce dei corpi – secondo il quotidiano – sono iniziate la notte di venerdì 28 settembre.
I numeri della repressione
Un bilancio approssimativo dei diplomatici stranieri ha stimato tra 100 e 200 i morti mentre la giunta si è limitata a confermare 13 vittime. Secondo il Times la tecnica impiegata dal regime militare è la stessa usata dall’esercito cinese a Pechino nel 1989 per eliminare le vittime del massacro di Tiananmen.Sulle reali cifre della repressione militare in corso c’è molta incertezza. Secondo molti dissidenti il bilancio potrebbe essere molto pesante. Secondo la Bbc circa 10mila persone, tra cui molti bonzi, sono state arrestate dalle forze militari capeggiate dal generale Than Shwe e altre centinaia sono state uccise.

rai news 24

4 Ottobre bloggers for Free Burma

2 Ott

free burma

 

Bloggers di tutto il mondo stanno preparando un’azione per supportare la rivoluzione in Birmania: vogliamo dare un segno di libertà e di appoggio a tutte quelle persone che stanno combattendo contro un regime crudele ed armato. Questi Bloggers stanno pensando di postare tutti insieme sui loro blog il giorno 4 Ottobre la tremenda situazione Birmana inserendo anche un banner grafico sottolineando la frase „Free Burma!“, „Birmania Libera!“.

 

Seguite le istruzioni di come prelevare il banner al link quì sotto 

 

FREE BURMA 

Stiamo impazzendo

2 Ott

cina

Più guardo la Tv, e più mi si ingastrisce il fegato, il rappresentante dell’Onu è andato in Myanmar a trattare, si spera di far partire una trattativa che risolva la rivolta in maniera positiva, ma ca..o!!! la maniera la avevano già trovata i monaci, il governo è senza scuse, immagino la paura che hanno tali governanti, ricordiamo tutti cosa successe in Cina nella tragica piazza Tiananmen, certi governanti se ne fottono dell’Onu e balle varie, noi poi siamo i più ganzi, dove sono le bandiere della pace, i comuni hanno organizzato delle manifestazioni, risultato Piazze vuote, complimenti, l’ideologia stà rovinando tutto intorno a sè, ma l’importante è che nei supermercati ci siano 4 scaffali di soli shampoo, in fondo l’importante è apparire mentre per altri l’importante è non morire.

io

Myanmar: inviato Onu incontra capo giunta e Suu Kyi

2 Ott

YANGON (Reuters) – L’inviato dell’Onu Ibrahim Gambari ha incontrato oggi il capo supremo della giunta militare del Myanmar, Than Shwe, e la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi, al termine di una missione di quattro giorni per porre fine alla repressione militare contro la più grande protesta per la democrazia degli ultimi 20 anni nel paese del Sudest asiatico.

Dell’incontro con Than Shwe non è trapelato nulla, neanche dopo la partenza del diplomatico Onu per Singapore. Scopo di Gambari era quello di cercare di convincere l’anziano leader, 74 anni, di metter fine alla repressione e di aprire trattative con Suu Kyi.

Gambari incontrerà domani il primo ministro di Singapore Lee Hsien Loong, poi, come ha reso noto l’ufficio dell’Onu a Yangon, tornerà a New York per riferire al segretario generale delle Nazioni Unite.

In un comunicato, Gambari si è limitato a dire che ha incontrato Than Shwe e altri esponenti della giunta militare per “discutere dell’attuale situazione in Myanmar”.

Il comunicato dice anche che l’inviato dell’Onu ha incontrato Suu Kyi, senza però fornire dettagli.

Pur accettando di incontrare Gambari, i generali sembrano essere rimasti sordi finora agli appelli internazionali per ritirare truppe e polizia da Yangon, e porre fine ai raid delle bande filogovernative che setacciano le abitazioni in cerca di monaci e dissidenti.

“Passano da un appartamento all’altro gettando tutto a terra minacciando le persone. C’è un clima di terrore in tutta la città”, ha detto un esperto di Myanmar, residente a Bangkok, che ha molti amici a Yangon.

L’incaricato d’affari Usa Shari Villarosa ha detto a Reuters a telefono da Yangon che gli arresti continuano senza sosta.

“Abbiamo sentito che gli arresti sono continuati per tutta la notte, sino alle due del mattino. Abbiamo sentito che si tratta di militari. Non so chi li stia facendo ma c’è gente che va in giro nel pieno della notte portando via delle persone. La gente è terrorizzata. Questo governo mantiene il potere con la paura e l’intimidazione e stanno tentando di intimidire le persone perché si tengano lontane dalle strade”.

reuters