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15 anni di EMERGENCY

1 Ago

INCONTRO NAZIONALE FIRENZE

8+9+10+11+12+13 settembre 2009


6 giorni di incontri, dibattiti, spettacoli teatrali, proiezioni video, film e concerti per festeggiare i primi 15 anni di EMERGENCY insieme ai protagonisti e agli amici che ne hanno condiviso la storia.

per favore, segnatevi questa data

Seguira’ invio del programma dettagliato.

Per maggiori informazioni clicca qui


Emergency: Un Centro pediatrico in Darfur

3 Ott

Invia un SMS al 48587 e darai un contributo alla costruzione del
Centro pediatrico che Emergency realizzera’ a Nyala, in Darfur.

Nyala e’ abitata da oltre un milione e mezzo di persone, in larga parte
profughi in fuga dalla guerra accampati nei 7 campi sorti nei
sobborghi della citta’.

Da oggi al 22 ottobre gli utenti Tim, Vodafone, Wind e 3 potranno
inviare un SMS al numero 48587 del valore di 1 euro oppure effettuare
allo stesso numero una chiamata da rete fissa Telecom del valore di 2
euro. L’intero ricavato sara’ devoluto a Emergency.

Con questo progetto Emergency assicurera’ assistenza sanitaria
qualificata e gratuita alla popolazione di un’area vastissima, dando
attuazione a un diritto umano fondamentale: il diritto alla salute. Il
Centro pediatrico di Emergency offrira’ assistenza sanitaria
qualificata e gratuita 24 ore su 24 ai bambini fino ai 14 anni di eta’
per patologie quali malnutrizione, infezioni alle vie respiratorie,
malaria, infezioni gastrointestinali ed effettuera’ programmi di
immunizzazione e attivita’ di educazione igienicosanitaria. Presso il
Centro sara’ attivo un ambulatorio per lo screening dei pazienti
cardiopatici da trasferire al Centro Salam di Emergency di Khartoum
per l’intervento di cardiochirurgia e per il successivo follow-up.

Per maggiori informazioni:

www.lanostraideadipace.org – 02.881881

Malawi: proviamo a muovere il culo grazie

8 Dic

malawi

Il protettorato britannico del Nyasaland, posto nel 1891, è divenuto Stato indipendente nel 1964 col nome di Repubblica del Malawi.

Dopo tre decenni di partito unico, il paese ha avuto le prime elezioni multipartitiche nel 1994, con una costituzione provvisoria divenuta definitiva l’anno successivo.

La forte corruzione delle istituzioni, la crescita della popolazione, la crescente pressione sulle terre coltivabili e la conseguente insicurezza alimentare, peggiorata dalle recenti siccità, e ulteriormente aggravata dall’alta e crescente incidenza dell’HIV/AIDS, sono tra i maggiori problemi attuali del paese.

Il Malawi, inoltre, è tra i paesi più altamente indebitati con l’estero.

L’economia è prevalentemente agricola, il 90% della popolazione vive nelle aree rurali in un paese in cui il 50% delle esportazioni sono legate al tabacco.

Sebbene negli ultimi anni la politica fiscale contro la corruzione è stata molto dura, le gravi siccità del 2005 e del 2006 hanno costretto il governo ad accrescere le imposte per sostenere la crisi economica.

Il Malawi vive dunque una grave emergenza umanitaria, una crisi complessa che necessita di un approccio integrato : è necessario mettere fine all’insicurezza alimentare e agire contro le cause di crescente vulnerabilità della popolazione, particolarmente delle donne e dei bambini.

Il Malawi infatti è uno dei paesi più poveri al mondo: il 42% della popolazione vive con meno di 1$ al giorno e il 65% delle popolazioni rurali vive sotto la soglia di povertà.

L’attuale crisi alimentare è accresciuta dall’alto indice di HIV/AIDS che colpisce il 14,4% della popolazione tra i 15 e i 49 anni, colpendo intere generazioni in età lavorativa e mettendole nell’impossibilità di lavorare una volta ammalate.

La Trasmissione dell’HIV da Madre a Figlio (TMF), inoltre, minaccia di contagiare tra i 20.000 e i 40.000 neonati ogni anno, attualmente oltre 83.000 bambini sotto i 15 anni sono sieropositivi.

Quasi un milione di bambini hanno perso uno o entrambi i genitori, la metà dei quali a causa dell’AIDS.
I servizi sanitari di base, sovraffollati per le crescenti malattie endemiche nel paese, sono compromessi dalla mancanza di infrastrutturestrumenti e medicine e dalla carenza di personale medico e paramedico.

I tassi di mortalità neonatale e sotto il quinto anno (112 e 178 per ogni 1,000 nati vivi rispettivamente) sono tra i più alti al mondo.

Malaria, diarrea, infezioni respiratorie acute e carenze nutrizionali sono tra le principali cause di mortalità infantile.

I tassi di mortalità materna sono quasi raddoppiati dal 1992: oggi più di una donna su cento muore di parto, uno dei tassi più alti al mondo.

Carenze di Vitamina A, ferro e iodio sono molto diffuse in tutto il paese.

Le percentuali di iscrizione alla scuola secondaria sono molto basse, in parte a causa della carenza di insegnanti, libri di testo e strutture sanitarie.
L’abuso, lo sfruttamento sessuale e il traffico di minori colpisce più di un milione di bambini del Malawi particolarmente le bambine, più vulnerabili e soggette alla discriminazione e alla violenza.

 

 

Adotta un progetto UNICEF in Malawi

 

Il Malawi è uno dei paesi per i quali i sostenitori italiani dell’UNICEF possono effettuare donazioni direttamente finalizzate alla “adozione” di un progetto specifico che l’UNICEF conduce nel paese. L’obiettivo di questo progetto è ridurre il contagio da HIV/AIDS, che ha un’indidenza molto forte nel paese.

Diversi cittadini, aziende e scuole italiani, attraverso il Comitato Italiano per l’UNICEF, stanno già offrendo il loro contributo.

Per saperne di più, visita le pagine dedicate all’adozione del progetto: “Fermiamo l’HIV/AIDS”

 Allora siamo sotto Natale cerchiamo di salvare le nostre coronarie con 2 fette in meno di cothechino, spendiamo anche pochi euro, ma con cuore

Belle notizie……ogni tanto

3 Dic

bimba africa

New York, 30 novembre 2007 – Le morti da morbillo in Africa sono diminuite del 91% tra il 2000 e il 2006, passando da circa 396.000 a 36.000, un risultato che ha permesso di raggiungere con quattro anni di anticipo l’obiettivo fissato dalle Nazioni Unite di ridurre del 90% la mortalità da morbillo entro il 2010. Lo straordinario risultato raggiunto in Africa ha contribuito alla riduzione globale delle morti da morbillo, che sono diminuite del 68% nel mondo, passando da 757.000 a 242.000 durante il periodo considerato.

Il risultato è stato annunciato oggi dalle organizzazioni che finanziano l’Iniziativa contro il morbillo: UNICEF, American Red Cross, United Nations Foundation, United States Centers for Disease Control and Prevention (CDC), World Health Organization (WHO).

«Il calo straordinario delle morti da morbillo in Africa e i grandi progressi raggiunti a livello mondiale sono una testimonianza della forza delle grandi alleanze, e dell’impatto che possono produrre sulla sopravvivenza infantile», ha dichiarato il Direttore Generale dell’UNICEF Ann M. Veneman: «Ma il morbillo ogni giorno uccide ancora quasi 600 bambini sotto i 5 anni, una realtà inaccettabile considerando che per prevenire la malattia abbiamo a disposizione un vaccino sicuro, efficace e a basso costo».

La riduzione della mortalità da morbillo in Africa è stata resa possibile dal fermo impegno dei governi nell’attuare pienamente la strategia di lotta alla malattia, che prevede la vaccinazione di tutti i bambini entro il primo anno di vita tramite servizi sanitari di routine, seguita da una seconda occasione di vaccinazione tramite le campagne di vaccinazione di massa, determinanti per la riduzione globale della mortalità da morbillo. Dal 2000 al 2006, si stima che 478 milioni di bambini d’età compresa tra i 9 mesi e i 14 anni siano stati vaccinati attraverso tali campagne, condotte in 46 dei 47 Paesi per i quali tale misura è considerata prioritaria.

Nel 2006 la copertura delle vaccinazioni di routine su scala mondiale ha per la prima volta raggiunto l’80% della popolazione infantile, con un aumento del 72% rispetto al 2000. I risultati maggiori sono stati raggiunti, oltre che in Africa, nelle regioni del Mediterraneo orientale.

Si devono però ancora superare grandi ostacoli, per raggiungere a livello globale l’obiettivo di ridurre del 90% il morbillo entro il 2010. Paesi densamente popolati e con un alto numero di morti da morbillo, come India o Pakistan, devono attuare senza riserve la strategia di controllo: allo stato attuale, il 74% delle morti da morbillo si verifica in Asia meridionale. Inoltre, i Paesi che hanno attuato interventi intensivi per il controllo del morbillo devono consolidare i risultati ottenuti. Ciò implica che tutti i Paesi in cui la lotta al morbillo è una priorità devono continuare con campagne di massa ogni 2 o 4 anni, fin quando i loro sistemi di vaccinazione di routine saranno in grado di garantire la copertura immunitaria contro il morbillo a tutti i bambini.

Un fattore chiave che ha contribuito al risultato della riduzione della mortalità da morbillo è stato il grande sostegno fornito dall’Iniziativa contro il morbillo. Dal suo avvio nel 2001, l’Iniziativa ha contribuito agli interventi di vaccinazione in oltre 50 paesi e ha stanziato più di 470 milioni di dollari, con l’aiuto di altri partner, come l’alleanza GAVI.

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U2 & Mary J. Blige (Save Darfur) Onu l’angolo della vergogna

7 Ott

Continuiamo con l’angolo della vergogna

 

io

Pechino “disgustosa” fa fuggire gli atleti olimpici

2 Ott

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Pechino “è un miscuglio di tempo atmosferico disgustoso e aria inquinata” e due campioni delle Olimpiadi di Atene 2004 annunciano che diserteranno alcune gare. L’etiope Kenenisa Bekele ad Atene ha vinto i 10mila metri ed è giunto secondo nei 5mila, ha il record del mondo in entrambe le specialità, ha vinto i campionati del mondo dei 10mila metri ad Osaka ad agosto, ma dice che a Pechino gareggerà “solo per una disciplina”. Da Shanghai, dove il 28 settembre ha partecipato al Grand Golden Prix nella gara dei 1.500 metri, spiega che lo ha deciso “soprattutto per le condizioni di Pechino”. E’ d’accordo con lui la compatriota Meseret Defar, medaglia d’oro olimpica nei 5mila metri donne, che pensava di partecipare anche alla gara dei 10mila. Ma ora dice che correrà solo i 5mila e che dovrà “cambiare in modo radicale gli allenamenti e le abitudini per prepararsi meglio per la difficile situazione prevista a Pechino”.

L’elevato inquinamento atmosferico di Pechino, insieme al caldo previsto ad agosto, preoccupano gli atleti, specie per le gare di resistenza. Al punto che Jacques Rogge, presidente del Comitato olimpico internazionale, ha già proposto di rinviare queste gare se il giorno della competizione le condizioni atmosferiche fossero “insopportabili”.

Gli esperti sono divisi tra chi ritiene preferibile stare un lungo periodo a Pechino per abituarsi alla situazione e chi arriverà all’ultimo momento “per non correre rischi”. Di sicuro, Bekele e Defar dicono che non verranno presto a Pechino.

Intanto sono iniziate oggi a Shanghai le Olimpiadi speciali per disabili mentali. In Cina almeno 13 milioni di persone hanno handicap mentali, ma per loro è difficile inserirsi in una società competitiva, mentre non pochi sono presto abbandonati dai genitori sempre più orientati al mito del figlio-unico perfetto. Ieri mattina il presidente Hu Jintao, visitando a Shanghai un centro di educazione per i disabili mentali, ha richiamato l’intera società a dare “più attenzione ai disabili” fisici e mentali.

Fonte Asianews