Il protettorato britannico del Nyasaland, posto nel 1891, è divenuto Stato indipendente nel 1964 col nome di Repubblica del Malawi.
Dopo tre decenni di partito unico, il paese ha avuto le prime elezioni multipartitiche nel 1994, con una costituzione provvisoria divenuta definitiva l’anno successivo.
La forte corruzione delle istituzioni, la crescita della popolazione, la crescente pressione sulle terre coltivabili e la conseguente insicurezza alimentare, peggiorata dalle recenti siccità, e ulteriormente aggravata dall’alta e crescente incidenza dell’HIV/AIDS, sono tra i maggiori problemi attuali del paese.
Il Malawi, inoltre, è tra i paesi più altamente indebitati con l’estero.
L’economia è prevalentemente agricola, il 90% della popolazione vive nelle aree rurali in un paese in cui il 50% delle esportazioni sono legate al tabacco.
Sebbene negli ultimi anni la politica fiscale contro la corruzione è stata molto dura, le gravi siccità del 2005 e del 2006 hanno costretto il governo ad accrescere le imposte per sostenere la crisi economica.
Il Malawi vive dunque una grave emergenza umanitaria, una crisi complessa che necessita di un approccio integrato : è necessario mettere fine all’insicurezza alimentare e agire contro le cause di crescente vulnerabilità della popolazione, particolarmente delle donne e dei bambini.
Il Malawi infatti è uno dei paesi più poveri al mondo: il 42% della popolazione vive con meno di 1$ al giorno e il 65% delle popolazioni rurali vive sotto la soglia di povertà.
L’attuale crisi alimentare è accresciuta dall’alto indice di HIV/AIDS che colpisce il 14,4% della popolazione tra i 15 e i 49 anni, colpendo intere generazioni in età lavorativa e mettendole nell’impossibilità di lavorare una volta ammalate.
La Trasmissione dell’HIV da Madre a Figlio (TMF), inoltre, minaccia di contagiare tra i 20.000 e i 40.000 neonati ogni anno, attualmente oltre 83.000 bambini sotto i 15 anni sono sieropositivi.
Quasi un milione di bambini hanno perso uno o entrambi i genitori, la metà dei quali a causa dell’AIDS.
I servizi sanitari di base, sovraffollati per le crescenti malattie endemiche nel paese, sono compromessi dalla mancanza di infrastrutture, strumenti e medicine e dalla carenza di personale medico e paramedico.
I tassi di mortalità neonatale e sotto il quinto anno (112 e 178 per ogni 1,000 nati vivi rispettivamente) sono tra i più alti al mondo.
Malaria, diarrea, infezioni respiratorie acute e carenze nutrizionali sono tra le principali cause di mortalità infantile.
I tassi di mortalità materna sono quasi raddoppiati dal 1992: oggi più di una donna su cento muore di parto, uno dei tassi più alti al mondo.
Carenze di Vitamina A, ferro e iodio sono molto diffuse in tutto il paese.
Le percentuali di iscrizione alla scuola secondaria sono molto basse, in parte a causa della carenza di insegnanti, libri di testo e strutture sanitarie.
L’abuso, lo sfruttamento sessuale e il traffico di minori colpisce più di un milione di bambini del Malawi particolarmente le bambine, più vulnerabili e soggette alla discriminazione e alla violenza.
Adotta un progetto UNICEF in Malawi
Il Malawi è uno dei paesi per i quali i sostenitori italiani dell’UNICEF possono effettuare donazioni direttamente finalizzate alla “adozione” di un progetto specifico che l’UNICEF conduce nel paese. L’obiettivo di questo progetto è ridurre il contagio da HIV/AIDS, che ha un’indidenza molto forte nel paese.
Diversi cittadini, aziende e scuole italiani, attraverso il Comitato Italiano per l’UNICEF, stanno già offrendo il loro contributo.
Per saperne di più, visita le pagine dedicate all’adozione del progetto: “Fermiamo l’HIV/AIDS”
Allora siamo sotto Natale cerchiamo di salvare le nostre coronarie con 2 fette in meno di cothechino, spendiamo anche pochi euro, ma con cuore
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